lunedì, novembre 15, 2010

...nuje figli e chesta terra, e chesta vita...

difficilmente mi piacciono o non mi piacciono le cose a prescindere...certo anch'io ho i miei bei pregiudizi e i miei grandi paletti e per cui a volte evito di ascoltare un disco in particolare perchè difficilmente l'ascolterei imparzialmente (stesso discorso vale per cinema, libri, fumetti, ecc.)...mi capita però spesso di cercare di aprire i miei orizzonti e per cui mi metto a sentire cose che prima evitavo perchè di principio sapevo già che non mi sarebbero piaciute anche senza un motivo in particolare...quando poi si tratta di musica etnica nazionale il discorso potrebbe complicarsi...per far capire il mio concetto devo fare un esempio: su radio popolare la domenica sera va in onda (credo sia una delle trasmissioni più 'antiche' di radiopop) La Sacca del Diavolo "Settimanale radiodiffuso di musica, musica acustica, musica etnica, musica tradizionale popolare, di cultura popolare, dai paesi e dai popoli del mondo, prodotto e condotto in studio dal vostro bacicin..." dove bacicin è un certo Giancarlo Nostrini...mi è capitato a volte di ascoltarla perchè di per sè è interessante ma a volte non riesco a seguire proprio tutte le derivazioni dei vari tipi di folk...suoni a volte, per me, che risultano troppo complicati...certo è che ci sono cose che mi prendono al punto poi di approfondirle cercando i dischi...perciò non riesco a dire di principio che la musica etnica o dialettale (se parliamo della variazione italica) non mi piaccia...esempio pratico legato al disco che sto per presentarvi: la musica napoletana...di principio non mi fa impazzire, anzi diciamo che la derivazione melodica della napoletaineità musicale, come Gigi D'Alessio, mi fa proprio cagare però ci sono alcune varianti che apprezzo molto come un disco uscito lo scorso anno...il lavoro in questione si chiama Napoletana e l'artista è Enzo Avitabile che negli anni '80 fece uscire alcuni album sulla spinta musicale dei primi dischi di Pino Daniele (credo che abbia anche collaborato come sassofonista), dove prevaleva un soul and blues cantato più che in dialetto napoletano che in italiano e con in prevalenza il suono del sax...qualcosa di carino si poteva trovare (qui potete anche ammirare una copertina disegnata dal grande Pazienza) però il signor Avitabile sinceramente me lo sono perso, l'avevo intravisto qualche tempo fa in tv durante un concerto del primo maggio...fino ad arrivare a quest'estate che ho sentito le note di Napoletana trasmesse da un buon programma di Radio 3, Alza il volume, e credo che al microfono ci fosse Valerio Corzani...mi stupì tantissimo sapere che quei suoni scarni, quell'etnicità forte erano prodotti dall'ex soul man napoletano...nei 12 pezzi inediti quasi tutti scritti da Avitabile del sax c'è ben poco, risaltano la voce, la chitarra e l'arpina e alcune scarne percussioni...concludo con alcune frasi prese da qui: "Napoletana è l’antico che sa di nuovo, il nuovo che sa di antico. Napoletana fotografa una Napoli che utilizza la sue risorse  storiche come punto di partenza di una cultura che si muove nella consapevolezza delle proprie radici, delle proprie capacità epresse ed inespresse per uno sviluppo culturale nazionale ed internazionale." buon ascolto...

1 commento:

der Graf ha detto...

Ah la sacca del diavolo...quanti ricordi.
Massimo rispetto ad Enzo Avitabile un'artista che da quel che mi risulta non ha mai avuto cadute di tono.