lunedì, novembre 28, 2011

le vite parallele dei black keys

Mancano pochi giorni all'uscita del nuovo album dei Black Keys. A giudicare dal budget pubblicitario speso la casa discografica ci crede molto. I casi sono due: o capolavoro o boiata pazzesca. I precedenti
dovrebbero dar ragione alla prima ipotesi e lo penso anch'io. Nel 2010 uscì Brother e per chi non lo conosce (spero in pochi) era un lavoro di rockBlues con echi soul e funk. Il power duo non ha mai nascosto il suo amore per la musica nera anche la piú "moderna" ed un paio d'anni fa col nome di Blackroc hanno collaborato con la crema dell'hip hop. Una sporca mezza dozzina di gloriosi bastardi della vecchia e della nuova scuola (definizione fantastica rubata ad Ondarock) tra cui Mos Def, RZA, Ol Dirty Bastard e molti altri 'feat.' si sono occupati delle liriche la musica l'hanno messa Patrick Carney e Dan Auerbach (ottimo il suo disco solista Keep it Hid) e ne è venuto fuori, a mio modestissimo parere, un piccolo capolavoro.
Io inizio a mettermi in fila per acquistare El camino ed intanto mi ascolto in cuffia i cds precedenti. Ci si vede li?
Der Graf

martedì, novembre 22, 2011

...un po' di (sana) tristezza...

in questo periodo sento freddo... e non soltanto perchè la temperatura è scesa... in questi giorni sento freddo nell'anima... l'andare del tempo, la stanchezza accumulata da un periodo difficile, alcune ricorrenze, i ricordi, la mancanza di una presenza che da sempre era stata vicina e rassicurante, della voce calda che mi faceva sentire protetto, meno solo... tutto questo è il  motivo per cui in questi giorni premo play quando nello scorrere dell' i-pod alla ricerca di suoni che mi scaldino vado a sbattere contro Johnny Cash e il suo ultimo volume delle registrazioni americane: Ain'to No Grave e mi lascio andare... al termine dell'ultimo pezzo mi sento più al sicuro, rimane solo un po' di sana tristezza, che non fa mai male... buon ascolto

venerdì, novembre 11, 2011

SiDFL - errata corrige

per problemi (soprattutto di tempo) non riesco a sistemare brevemente il tumblr dedicato a "Se i Dischi Fossero Libri" per cui posterò di seguito le immagini pubblicate su SiDFL... buona visione



giovedì, novembre 10, 2011

se i dischi fossero libri...

il titolo del post non è mio, nel senso che l'altro giorno stavo leggendo i post dei miei blog preferiti e sono capitato qui... e allora mi è venuta un'idea...sono riuscito a trovare un quarto d'ora libero tra i vari deliri quotidiani e ora in rete c'è un nuovo blog, questo: SiDFL ...ovviamente mi sono ispirato al blog (qui) di cui parla Lucien... grazie tante Lucien per l'ispirazione... ora non rimane che proseguire e aggiungere dischi/libri... ho bisogno del vostro aiuto, idee e suggerimenti e anche vostre 'opere' sono ben accette... a presto... Cherotto

mercoledì, novembre 09, 2011

der graf in autunno

Nessun senso logico. È solo il meglio o se non gradite il peggio dei miei ascolti di questo fine ottobre*.
Buon ascolto (lista della spesa e link nei commenti)
Der Graf
*mi scuso con Der Grafper aver pubblicato solo ora la su compilation..

mercoledì, ottobre 12, 2011

il male non è più un bene...?

no, non voglio cadere nei soliti discorsi patetici del tipo "era meglio prima" o cose del genere, mi limito a dire che ci sono rimasto un po' male nel vedere una pagina pubblicitaria di SKY (come seconda di copertina) sul numero uno della nuova edizione de Il Male... lo so, i tempi sono cambiati, se non ti vendi un po' non ti pubblica nessuno, la satira ora c'è anche (e forse solo) in tv, però stona... sui contenuti non voglio dire nulla, ripeto, il rischio di cadere in certe retoriche è alto per cui evito... se volete potete giudicare voi, io vado a rileggermi quello del '77... buona lettura

giovedì, ottobre 06, 2011

macintosh IIx

quello nella foto è il primo computer Apple che ho utilizzato... era il 1989 e fino a quel momento per lavorare usavo macchine dedicate con monitor neri e scritte verdi (si chiamavano fotocompositrici) e non avevano nulla a che fare con quel computer che mi mostrava a video (a colori) tutto ciò che facevo... non posso non ammettere che quel signore che alcune ore fa ci ha lasciato mi ha cambiato la vita, prima quella professionale poi quella quotidiana... i primi mesi di lavoro su quel 'robo' furono maledetti, lo odiavo, arrivavo da un mondo simile ma diverso, passati quei mesi fu solo un gettarsi tra i meandri delle creazioni del signor Jobs e soci... buon viaggio, signor Steve...

martedì, ottobre 04, 2011

Suite for Benka

pubblicata per la prima volta su Alter Alter nel 1982, Suite for Benka può tranquillamente rappresentare uno degli ultimi lavori del giovane Paz, Zanardi sta per arrivare e i tormenti di Pompeo sono ancora lontani, non molto ma ancora un po' lontani... sceneggiata da Marcello d'Angelo (con cui scriverà altre storie) su soggetto di Isabella Damiani Suite for Benka è formata da 7 tavole "di passione autodistruttiva e di quotidiana disperazione" (citazione presa qui) ... buona lettura

lunedì, ottobre 03, 2011

...e il contrabbassista entrò nel campo di basket...

Forse è ancora presto per tirare le somme di questo anno di musica ma è anche vero che in nove mesi di duemilaeundici non ho ancora trovato un disco che mi abbia entusiasmato, sarà perchè sono troppo
navigato, diciamo pure "vecchio", per gridare al miracolo?
Qualcosa di buono c'è stato ma poca roba,uno di questo poco é Nat Baldwin col suo People Changes. Già celebrato in alcuni blog (qui un esempio) People Changes dura solo un poco piú di mezzora cosa rara nell'era degli iPod e degli mp3 ma può bastare. Un disco solo voce e contrabbasso suonato con l'archetto di più potrebbe stufare e invece ne viene fuori un lavoro interessante, d'altronde Baldwin non è proprio un pivellino (è stato allievo di Anthony Braxton), infatti ha già alle spalle due album solista e delle collaborazioni importanti con Vampire Weekend e Dirty Projectors (molto bello e intrigante il loro Bitte Orca). Non un'ascolto facile ma può rivelare parecchie sorprese... buon ascolto.
Der Graf von Mailand

martedì, settembre 27, 2011

dalla parte (sbagliata) di Rino

mi rendo conto  che parlare di una schifezza come il tributo a Rino Gaetano, Dalla parte di Rino, è un po' come sparare sulla croce rossa, mi capirà chi ha avuto il coraggio di ascoltarlo, cercherò di non limitarmi a stroncare (anche se lo farò) la versione di Grignani o quella dei Neri per Caso (veramente cose immonde da far ribaltare nella tomba il buon Rino) e vi proporrò un piccolo confronto sulla questione tributi... in un periodo discografico/musicale molto difficile, o meglio, molto diverso da quello che abbiamo conosciuto nei scorsi decenni, i tributi sono proliferati... già si è discusso su vari blog sull'utilità o l'inutilità, su quale produzione fosse più curata e su quale fosse più scarsa... beh anch'io volevo direi la mia mettendo appunto a confronto un tributo a Rino Gaetano uscito nel 1993 e quello uscito qualche mese fa... due operazioni che probabilmente rappresentano benissimo lo stato della musica in Italia... prima di inoltrarmi a parlare dei due dischi una piccola premessa: la musica di Rino mi è sempre piaciuta (già ai tempi di quando lo vidi in tv a Sanremo) ma questo è il mio parere, non lo mitizzo, è solo uno che secondo me ha fatto bene il suo mestiere di cantautore... detto ciò nel 1993 la EMI fece uscire E cantava le canzoni - La nuova musica italiana ricorda Rino Gaetano, raccolta di brani (la maggior parte conosciuti, un inedito e altri meno commercializzati ma degni del suo autore) eseguiti da band allora considerate emergenti (o quasi) com i Loschi Dezi, Ritmo Tribale, Stauto, Afterhours e altri... sarà stato che a quei tempi non ero ancora stufo di ascoltare cover e tributi per cui l'operazione mi sembrò intelligente: far conoscere alle nuove generazioni la musica di Gaetano attraverso le stesse nuove generazioni che avevano bisogno di farsi sentire... tra l'altro alcuni di loro non si limitavano a coverizzare ma arrangiavano in maniera diversa e personale... tra i pezzi meglio riusciti segnalo Mio fratello è figlio unico degli Afterhours, Le beatitudini degli Aeroplaniitaliani (brano ancora sconosciuto in versione originale) e Spendi Spandi Effendi di Sergio Messina e i 99 posse... dal '93 arriviamo a qualche mese fa quando quasi per caso scopro dell'uscita di Dalla parte di Rino, vado a curiosare chi sono gli 'artisti' coinvolti e cerco qualche posto in rete per poterlo ascoltare... beh.. .che dire... operazione veramente insulsa e inutile quella della Sony che mette insieme un'accozzaglia improbabile di gente (mi riesce veramente difficile a chiamarli artisti) che forse avevano bisogno di uscire per un attimo dal loro anonimato in cui erano caduti dopo un breve periodo di successo commerciale... non so proprio cosa possono azzeccarci la PFM (che per rendere più credibile la loro versione riesumano pure la voce di Rino), Grignani e l'ormai fastidioso e ripetitivo rocksteady di Giuliano Palma (ho anche seguito e apprezzato i primi passi dei Bluebeaters ma l'ex cantante dei Casino Royale mi ha stracciato i testicoli)... insomma più che dalla parte di Rino hanno tentato di stare dalla parte del business o non so di cosa altro...vi lascio ovviamente sia il tributo del '93 che quello di quest'anno così vi potete, se vi interessa, farvi un'idea e magari dirmi anche la vostra... buon ascolto

venerdì, settembre 23, 2011

pert e paz

e che ripresa può essere senza pubblicare qualcosa sul Paz... è arrivato il momento di presentarvi Pertini, la prima edizione, quella di Frigidaire, che raccoglieva tutte le vignette di Pert e Paz e una storia con un inedito Pert bambino... ammirazione e affetto verso Pertini trasudano in ogni segno e vignetta del buon Paz... la storia vuole che il presidente volle a tutti i costi l'originale di una copertina de Il Male (quella che apre questo post), disegnata dal nostro, dove si vedeva ritratto e riflessivo sul sequestro di De Andrè... pare che quando chiamò la redazione per chiedere il disegno e convocarli al Quirinale il Paz fosse asente (come racconta Sparagna nella prefazione del libro) e pensate un po' a consegnare l'originale andò, oltre al direttore Sparagna e Vincino, pure quel furbetto di Forattini che faceva da direttore responsabile... bah...non potevano aspettare il ritorno del Paz? sicuramente sarebbe stato molto interessante l'incontro tra i due che insieme nelle vignette formano una coppia comica di alto livello...magari sarebbe stato così anche dal vivo... l'unica cosa che rimane ora da fare e immergersi totalmente nelle avventure strampalate dei due in mezzo a partigiani, fascisti, guerra e altro... buona lettura...

lode a eric burdon

ecco il segnale di ripresa (spero) definitiva delle trasmissioni.. .pubblico un post che mi è stato inviato dall'amico Conte a luglio ma questo genere di post non scade mai... a presto...
Eric Burdon è uno che ha vissuto quasi cinquant'anni di musica, rivoluzioni e mille altre battaglie e ne è uscito praticamente indenne. Ok è da parecchi anni che non incide qualcosa che lasci il segno ma è pur sempre un mito, di piú, una leggenda!
Iniziò tutto nel 1963 nella città portuale di Newcastle quando il nostro entrò nel gruppo del tastierista Alan Price. Poco dopo i due cambiarono il nome in Animals ed insieme ai vari gruppi inglesi (Who, Kinks, Rolling ecc.) fu protagonista in U.S.A. della cosidetta "britishinvasion". Difficile scegliere un disco degli "Animali" di quel periodo, sono tutti belli. A parte le solite raccolte che contengono i loro classici, io consiglierei Animalism ma la versione americana, con dei bonus veramente ottimi.
Nel 1966 Burdon ripartì con un nuovo gruppo a nome Eric Burdon & The Animals con solo il batterista Barry Jenkins (il bassista Chas Chandler rimase folgorato da un'esibizione a New York di un tal Jimi Hendrix e se lo portò a Londra facendogli da manager). Furono travolti dal sogno
hippie e dalla love generation e di conseguenza il suono passò dall'iniziale rythm & blues ad uno più psichedelico. Nel solo 1968 fecero uscire ben tre dischi di cui il primo, The Twain Shall Meet, è imprescindibile per il suo messaggio di amore e pace oltre che di musica.
Nel 1969 Eric Burdon si trasferì a San Francisco e con un gruppo di solo afroamericani formò i War. Con un combo così la miscela musicale non potè che essere più funky e nera con molte percussioni e fiati. L'immagine del nostro di quella esperienza è tutta nella foto all'interno del disco The Black-Man's Burdon dove il nostro è seduto tra le gambe di una bellissima ragazza mulatta.
La carriera di E.B. è proseguita fino ai giorni nostri con prove abbastanza scialbe. Nel 1977 uscì Before we were so rudely interrupted con la formazione originale e fecero  vedere in piena rivoluzione punk che la rabbia e la grinta non era solo appannaggio dei rude boys.
Per finire un mio ricordo... Eric Burdon racconta che sul muro davanti al loro albergo  lessero "ERIC BURDON FUCKS LIKE A NIGGER". Probabilmente chi lasció quel segno voleva offendere ma invece Burdon ne fu molto lusingato...
Der Graf von Mailand

mercoledì, aprile 13, 2011

un disco, un libro e un motto

Quando uscì Birdbrain dei Buffalo Tom era il 1990 e io ero troppo
indaffarato a seguire i gruppi grunge che andavano per la maggiore in quel periodo quindi me lo persi per strada. Dopo anni di silenzio nel 2007 ritornano con Three Easy Pieces, album onesto però non ancora a fuoco, anche se il brano Hearts of palm è una gran bella ballatona elettrika... ma è quest'anno con l'album (qui in versione deluxe) Skins che i nostri fanno centro.
Intendiamoci niente di rivoluzionario, 'solo' chitarra, basso e
batteria ma un gran bel disco ROCK!
Non mi viene in mente altra definizione. Il Secondo cd sono le versioni promo. Solo per curiosi.



Su consiglio dello Zio Fonta, mi sono procurato il libro Quelli che Milano di Giancarlo Ascari e Matteo Guarnaccia e sono stato rapito dagli innumerevoli annedoti che son scritti su questo fantastico vademecum della Milano che era.
Da leggere  per sapere da dove arriviamo anche per chi non è di Milano.
A proposito... Zio Fonta... ci mancano i tuoi scritti.... fatti vivo!



Navigando in rete ho visto una foto di una manifestazione pacifista e due ragazze  che tenevano in mano un cartello con la scritta:
BOMBING FOR PEACE IS LIKE FUCKING FOR VIRGINITY!
Geniale non trovi monsieur SarKozy?

Der Graf von Mailand

martedì, aprile 05, 2011

c-90 primaverili

 E finalmente è primavera! Abiti piú leggeri, le giornate si fanno più lunghe, piacevoli momenti passati sul balcone col sole in faccia a cazzeggiare o leggendo un buon libro. Non c'è giorno che non veda uno
scoiattolo sul grande acero in giardino e ascolti di dischi magari non proprio nuovi ma ancora "freschi" e che trasudano ancora voglia di vita.
E allora vai di Fleshtones col loro Roman Gods e sono 35 minuti di tastierine garage e urli alla nuggets ed energia PUNK!!! E se dovessi registrare una cassettina sul lato opposto ci metterei Native Sons dei
Long Ryders. Un poco piú legati alle radici,un poco piú "americani" ma anch'essi belli selvaggi.
Cassettine? Due dischi uno dell'84 e l'altro dell'81? Datemi pure del vecchio rimbambito ma ditemi... anche se ai tempi era giá garage revival i gruppi di adesso sono in grado di darci queste scosse elettriche?
Der Graf von Mailand

martedì, marzo 29, 2011

ascolto di un disco assurdo e poi...

La prima traccia inizia con una chitarra acustica pizzicata e una voce pacata e profonda inizia a cantare e dopo un paio di minuti si inserisce un soprano con dei vocalizzi senza testo fino a diventare un'altra canzone ma non è cosí è sempre la prima... MAH!
Il secondo pezzo sembra un pezzo Easy Listening anni settanta e ricorda forse Elton John. E questo sarebbe uno dei dischi del 2010? Sigourney Weaver! Ma figurati se posso sopportare un brano con questo titolo io che non ho visto neanche un'episodio di Alien perché non sopporto 'sta mascellona e poi... ma cos'é un'assolo di Moog? Ma chi sei Rick Wakeman? Ma i musicisti chi sono? I Midlake? Ma chi quelli che ricordano gli America? Oddio!!
No dai devo resistere manca ancora una mezzoretta alla fine di questo strazio e via con rimandi ai Supertramp, i Chicago e tastiere che ricordano suoni antichi come gli ELO che non riesco neppure a scriverli per intero tanto ne provo ribrezzo. Dovevo arrivare all'ultima canzone per sentire qualcosa di decente.

Lunedi ore 9:30 apertura di Sounds il mio negozio di dischi di fiducia
Io: "Ciao Dennis, passato bene il Weekend?"
Peter: "Hey ma non lavori questa mattina?"
Io: "Inizio un po' più tardi. Senti..ieri alla radio hanno mandato un pezzo che sembravano i Mdlake con un synth vintage, li conosci?"
P.: "Ma chi John Grant Queen of Denmark, oh non ti sarai mica rincoglionito?"
Io: " Dai non fare il pirla ce l'hai o no?"
P.: "É per te o devi fare un regalo?"
Io: "No è per me, da una settimana non sento altro..."
Der Graf

martedì, febbraio 08, 2011

quando Ludwig comprò il Camper e partì alla scoperta del mondo

Era mattina presto quando Ludwig partì da Redland, California, con il camper comprato di seconda mano. Salutò amici e parenti e si diresse verso il Texas. Manteneva un'andatura sugli ottanta miglia all'ora quando venne superato dalla Cadillac di Joe (Joe's Stalin Caddillac) e diede un paio di belle strombazzate. La prima tappa fu San Francisco. In un bar conobbe due autostoppisti, Frank e Annette e insieme si ubriacarono (Five Stick). Il giorno dopo Frank decise di partire con lui alla volta della costa est. Sul camper il nuovo compagno di viaggio tirò fuori una cassetta e la spinse nello stereo. Raccontò che era sua intenzione raggiungere un paio di amici per formare una band, Ludwig chiese se avesse già un nome questa band e lui rispose che no aveva solo il suo di nome d'arte, Frank Zappa (Lulu Land).
A Jacksonville dopo aver salutato Frank, amico capellone, si imbarcò su un tragetto che lo avrebbe portato dall'altra parte dell'atlantico. L'estate era ormai vicina e sul ponte della nave si stava bene e si fece cullare dalle onde mentre sul lato opposto del ponte un gruppo di esuli irlandesi si misero a cantare un loro pezzo (Une Fois). Tutto sembrava andare per il meglio ma non era così, la notte il tempo cambiò, il mare si fece grosso e ci fu tempesta (Surprise Truck). Ludwig dormì di merda con incubi come brutti trip (Starway to Heaven, sic).
Girò in lungo e in largo il mondo. Vide paesi di una bellezza assoluta come l'India (Folly) e conobbe i Pink Floyd in Inghilterra (Interstellar Overdrive) ma dopo tanto girovagare ebbe nostalgia di casa e quando a Roma in piazza Navona sentí un busker che suonava Good Guys & Bad Guys dei Camper Van Beethoven si ricordó di quel concerto di Bob Dylan che aveva visto con Bettye e le feste di primavera sull'aia dello Zio John (Hoe Yourself Down) e ritornò a casa portando con se musiche fino da allora sconosciute.
(Peace & Love) Ludwig
Racconto scritto da Der Graf von Mailand e liberamente ispirato da Camper Van Beethoven dei Camper Van beethoven(1986)
buon ascolto (pass: www.nattawat.org)

giovedì, febbraio 03, 2011

ascoltare Kelly Jones? no, grazie, preferisco fare altro...

Non é mia abitudine scrivere qualcosa di negativo su questo blog e non lo farò neppure ora però....però...
Tempo fa chiesi allo zio Fonta se conoscesse o avesse ascoltato qualcosa degli Stereophonics e lui la volta dopo che ci incotrammo mi procurò del materiale dei suddetti. A quei tempi avevo altro da sentire e li accantonai in un angolo del mio HardDisk.
Giorni fa facendo pulizia di inizio anno li ho ritirati fuori e sentiti.
Ebbene ragazzi non fatelo, cioè non fate come ho fatto io, lasciate perdere ascoltate qualche cosa d'altro, andate a fare una passeggiata nel parco, date un bacio al/alla vostro/a partner, mangiatevi un panino ma non perdete tempo ad ascoltare gli Stereophonics. Io mi ero fatto incantare dalla copertina di Performance & Cocktails. Una bella foto in bianco e nero e la voce di Kelly jones mi aveva molto colpito, voce roca e potente come piacciono a me. Ce ne sono poche di voci così in giro.
Ho ascoltato questo disco come inizio alla scoperta di questa band e avrei dovuto fermarmi lì. Il resto è poca cosa.
C'è un'altra cosa che non mi capacito. Non sembra anche a voi che il nome Kelly Jones faccia molto "Take That"?
Alla prossima e spero con qualcosa di piú positivo.
Der Graf von Mailand

lunedì, gennaio 31, 2011

terapia rock

Il rock nel corso degli anni ha fatto parecchie vittime vedi Janis, Jimi e Jim ma per molti é stata una buona terapia di guarigione per ritornare a sentirsi ancora vivi.

Edwyn Collins negli anni ottanta fu il leader degli Orange Juice e dopo lo scioglimento del gruppo inizió una carriera solista degna da artista di culto. Ebbene dopo due Ictus e tutto quello che ne consegue ha avuto la forza nel 2010 con l'aiuto di un po' di amici tra cui l'amico-rivale Roddy Frame (Aztec Camera), membri dei Franz Ferdinand, The Drums e Johnny Marr (The Smiths) di incidere quel gioiellino Pop che è Closing Sleep.


Uno che non ha bisogno di presentazioni è Ronnie Wood. Coi suoi problemi di alcool e la quasi estromissione dagli Stones ha chiamato a raccolta musicisti e amici di prima grandezza quali Slash, Flea, Bobby Womack e per una volta anzichè fare il gregario (anche se di lusso) si è messo davanti al microfono ed ha inciso quello che dai Rolling Stones noi aspettiamo da anni, un buon e sano Rock'n'Soul: I feel like playing.


L'ultimo di questi rinati è Gregg Allman, indimenticato leader,insieme al fratello Duane, degli Allman Brothers gruppo Roots Rock sudista. Dopo un trapianto di fegato e una lunga convalescenza ha inciso Low country Blues. Erano anni che non faceva uscire un suo disco e una delle ragioni era stata la scomparsa del suo produttore storico Tom Dowd. A farlo cambiare idee è stato un altro produttore, quel geniaccio di T-Bone Burnett. Allman ha scelto tra una trentina di vecchi blues 11 brani coverizzandoli senza perdere il suo vecchio smalto di leone rock'n'roll. Adolescenza passata col fratello ad ascoltare brani di Muddy Waters, Skip James e i maestri del blues nella cantina di casa.
Come ebbe a dire il regista Wim Wenders "il Rock mi ha salvato la vita" e non solo a lui, alla faccia di quei bacchettoni che ancora oggi blaterano che il rock and roll è satana.
Ciao e buon blues a tutti. Der Graf.

lunedì, gennaio 10, 2011

hipstamatic (e Paz) addicted...

qui

tutti al circo con i Calexico


innanzitutto buon anno a tutti... riprendo a postare con un album che ho trovato in rete qualche settimana fa e dopo un ascolto distratto l'ho riscoperto da qualche giorno così ho intrapreso anche una piccola ricerca per approfondire la conoscenza del disco... gli autori sono i Calexico (arrivano da Tucson, Arizona) che ho visto in concerto un paio di anni fa al Rolling Stone di Milano poco prima della sua demolizione... sapevo poco di loro e durante la loro esibizione insieme ad un amico continuavamo a dirci, con tono mooolto ironico: "questo pezzo è tex o mex?...no no questo è tex...no guarda ti sbagli è mex"...i nsomma avrete capito che ai Calexico piace il miscuglio sonoro del tex-mex...concerto abbastanza godibile chiuso con un paio di pazzi eseguiti insieme a Capossela...non sono certo il mio gruppo preferito ma poi ho avuto modo di procurarmi i lavori del gruppo di Tucson e devo dire che non sono poi così male... Circo, il disco che propongo oggi, è la colonna sonora di un documentario sulla vita di una famiglia circense messicana e le tipiche sonorità tex-mex del gruppo, da quel poco che che ho potuto vedere,  ben si sposano con l'ambientazione del film...vi lascio il teaser del film che potete anche vedere sul sito dedicato...buon ascolto

Circo Teaser from Aaron Schock on Vimeo.