martedì, dicembre 15, 2009
post moderno 1
Le parole dei soldi: JR, un romanzo postmoderno
È uscito in Italia, dopo 35 anni dalla sua pubblicazione originale JR. di William Gaddis, quello che è considerato uno dei massimi esponenti della letteratura statunitense, nonostante la sua produzione consista solo di 5 pubblicazioni, uscite più o meno a scadenza decennale.Gaddis pubblica il suo capolavoro, JR, venti anni dopo il suo primo romanzo, The Recognitions (Le perizie in italiano), che probabilmente a causa della sua cripticità, non riscosse nessuna attenzione, anche se ora viene considerato un precursore di quella beat generation, che ebbe i suoi massimi esponenti in Jack Kerouac e William Burroughs. Nei venti anni successivi, come succede spesso a molti artisti, Gaddis si barcamena tra vari lavori, soprattutto in campo pubblicitario, ma è in questi anni, che concepisce quella follia letteraria che è JR, e che ne fa uno dei maggiori autori del post modernismo a pari di DeLillo e Pynchon.
Già nell’aspetto visivo, JR, può far paura, un librone di più di novecento pagine, quando poi si comincia a leggerlo lo sconforto si accentua, perche ci si rende conto, che sono novecentoventi pagine di dialoghi, dove non esiste nessun tipo di voce narrante, dove non ci sono nemmeno capitoli, solo a volte, viene inserito un piccolo paragrafo descrittivo, che fa sfumare una scena in un'altra, con una tecnica, che può apparire più musicale che letteraria. Oltretutto, non sempre, si capisce subito chi stia parlando e con chi, anche se proseguendo nella lettura si riesce ad intuire i vari protagonisti dei dialoghi. Dialoghi che sono iperrealistici, perciò se in una scena ci sono più di tre persone, non è detto che tutti parlino della stessa cosa, addirittura può capitare che qualche d’uno si metta a parlare al telefono. L’iperrealismo dei dialoghi, si contrappone alla surrealita ed alla comicità delle varie situazioni, ad esempio la scuola dove studia JR, impartisce solo lezioni audiovisive tramite televisione, o lo stesso JR, un ragazzino di una decina di anni un po’ stupidotto, che capendone i meccanismi base diventa un mago della finanza.
Spigare la trama, risulta un po’ complicato, tra professori tecnologici, manager, artisti falliti ed a una serie innumerevole di personaggi, possiamo però dire, come si vede chiaramente dalla copertina, che è un libro che parla di soldi, anche se le divagazioni dalla trama principale sono infinite.
Dopo l’iniziale sconforto, quando si riesce a districarsi tra i meccanismi della narrazione, la lettura è tutt'altro che faticosa, anzi diventa veramente piacevole e divertente, sicuramente non è un libro per abituali lettori di best seller, ma non posso non consigliarlo agli amanti della Letteratura.
Lo Zio Fonta
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