martedì, dicembre 15, 2009

post moderno 2
L'aggressione a Berlusconi: un gesto postmoderno


Premettendo, che ogni violenza politica in una democrazia è deprecabile, e che con questo mio scritto non voglio nè giustificare, nè spiegare politicamente il gesto del signor Tartaglia, ma semplicemente fare una riflessione artistica sul gesto medesimo.
Questo nuovo corso dell’attentato politico, che possiamo definire post moderno, ha preso l’avvio circa due anni fa quando Mountazer Al Zaidi lanciò la famosa scarpa verso G. Bush...non un uovo, un ortaggio o la solita pallottola, ma un oggetto semplice che tutti abbiamo addosso, una scarpa, anche se ha già degli illustri precedenti, vedi Nikita Khruscev. La scarpa è per l’appunto un oggetto che tutti abbiamo, perciò per quanto percussore di uno stile, la banalità dell’oggetto lo rende apparentemente un gesto istintivo. Ma una statuetta del Duomo di Milano! Chi gira con una statuetta del Duomo in tasca? Addirittura chi è residente in Milano o zone limitrofe possiede una statuetta del Duomo? È per l’appunto questo oggetto kitsch, che rende sublime, da punto di vista artistico il gesto stesso, dando un aspetto surreale ad un gesto indiscutibilmente drammatico.
Sicuramente di questa storia verrà evidenziato il lato politico, già i mass media il giorno dopo parlano di un’escalation di violenza, lo stesso Tartaglia, nella sua stupidità, non sarà mai consapevole, del pathos visivo della sua azione.
Ciao alla prossima lo Zio Fonta

1 commento:

la palma ha detto...

(daccapo, per la IV volta...!I'm not a blogger!)
allora
estetica. quanto si vede, si sente, manifesta.
(cerco di metterci una musicalità)
estetica.
(Nico mi viene in aiuto, Sunday Morning)
Il matto ha lanciato il duomo in faccia (in piena faccia, viene da pensare, era domenica, oggi è mercoledì, il primo ministro è ancora in h)al primo ministro. ma: poche ore prima che questo accadesse(10? 18? 17? 39 ore? poche, comunque), il Giornale (il giornale notoriamente del primo ministro), pubblicava un redazionale a firma dello stesso primo ministro (dont worry about the thing), in cui lo stesso raccontava che un suo amico dei tempi universitari gli fece recapitare un testo che, forse, pregiudizialmente, lui scansava, lo dava scettico. quindi il primo ministro ammetteva: vero, un testo illuminante, e parlava(scriveva, perchè io non l'ho mai sentito parlare di libri) dell'Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam. Dunque silvio berlusconi magnificava il testo in quanto portatore di una visione rivoluzionaria: portiamo l'irrazionale nella veglia, non possiamo farne a meno, e facciamone uno strumento d'azione. seguiamo erasmo: portiamo l'immagine nello specchio a realtà, e la realtà riponiamola nello specchio (in gran sintesi, questo dice erasmo, anche per questo ho smesso di leggerlo, un po' troppe forzature). ma il primo ministro, nel redazionale, pareva entusiasta, e incitava a portare quella follia al grado di azione. (un dolce calmo piano jazz, che non so di quali dita). Poi la notizia. Estetica? come da google sono sparite le foto inguardabili, dal Giornale sono spariti i redezionali, e l'avrei riletto volentieri quel pezzo firmato dopo che il pazzo ha lanciato il duomo in faccia al primo ministro (deprecabile).
peace & love
la palma