Dobbiamo a questo punto fare una digressione storico musicale: a cavallo degli anni ’60/’70, la musica black veniva integrata nel rock, ad esempio gruppi come Animals, Yardbirds nonché Rolling Stones, proponevano nuove riletture del blues, mentre dall’altra parte musicisti jazz portavano l’elettricità rock nella loro musica creando la fusion, vedasi Wather Report o addirittura Miles Davis, del quale il massimo esempio è sicuramente il disco Bitches Brew. Con il proseguire degli anni settanta, queste comunanze di musiche, persero via via scambievolezza, a parte alcune eccezioni, la musica black virando verso la sottovalutata disco music, mentre il rock si fece sempre più auto compiacente, e forse inconsapevolmente un po’ razzista, gruppi progressive e hard rock andavano a cercare le loro origini musicali in improbabili maestri ultrasecolari, ma anche senza andare a prendere questi “alti” esempi, le prime incisioni punk, epuravano il loro essenziale rock’n’roll di ogni influenza “blues”. Ma fu proprio il punk, consapevole, già alla fine del ’77 di “non avere futuro”, a cercare soluzioni musicali alternative. Non si può dimenticare che già nel primo LP i Clash proponevano un brano reggae, e da lì a poco tempo il dub sarebbe entrato prepotentemente nella loro musica, o gruppi come Jam o Pop Group, per citare i più famosi, affondavano chiaramente le loro radici nella musica black, senza dimenticare il bellissimo disco soul dei Dexys Midnight Runners Searching For The Young Soul Rebels ( menzione particolare), e da lì a poco tempo lo ska sarebbe entrato a far parte della musica pop inglese. Anche in America gruppi come i Talking Heads, Pere Ubu, e molti altri tra cui James Chance, cercando ispirazione al di fuori del rock, con le loro soluzioni alternative, riuscirono a dare nuova linfa ad una musica precocemente imbolsita.
Devo ammettere, che la prima volta che ascoltai, nel 1979, Buy Contortions di James Chance, rimasi un pochino perplesso, ma bisogna capirmi, ero un adolescente neofito ascoltatore razzista musicale, avevo da poco appreso i Pink Floyd, Led Zeppelin ecc. ecc. che di colpo era esploso il punk, portandomi una nuova estetica musicale, ed ora tutto era da rifare. Ora non posso che guardare con gioia a quel periodo di stravolgimenti musicali, che hanno fatto di me un ascoltatore eclettico, che non si preclude nessun genere.
A distanza di più di 20 anni, e migliaia di dischi sentiti, ritengo, Buy Contortions imprescindibile, sicuramente un disco estremo, non di facile ascolto, una follia fusion, dove il canto tragico punk è accompagnato da una sincopata ritmica soul, ma sicuramente è il sassofono ad essere preminente, ed è appunto il sassofono che è legato ad un filo continuo newyorkese, che va dal free jazz di Ornette Coleman passando, per il troppo presto scomparso, Albert Ayler, fino per l’appunto a James Chance, ed è questa comunanza tra free jazz, soul e punk a renderlo un disco unico.
Non si può non menzionare il successivo Off White, questo a nome James White, anche se non si può definire successivo, perche se non sbaglio è uscito nel medesimo periodo di Buy Contortions, comunque diciamo che è la versione dance, in ogni caso vi consiglio l’ascolto di tutti e due.
Ciao Lo Zio Fonta
1 commento:
"ero un adolescente neofito ascoltatore razzista musicale, avevo da poco appreso i Pink Floyd, Led Zeppelin ecc. ecc. che di colpo era esploso il punk, portandomi una nuova estetica musicale, ed ora tutto era da rifare"
E' anche la mia storia e quella di coloro che come noi, per motivi anagrafici, hanno approcciato la musica in quel periodo che giustamente definisci "di stravolgimenti musicali". Io mi ricordo che passavo disinvoltamente dai Devo ai Gong, dai Pink Floyd ai Contortions. Tuttora non disdegno nessun genere.
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