venerdì, gennaio 15, 2010

faust, faust 1971

Si avvicina un violento vento elettronico, dal retrogusto di fallout, in lontananza una persona urla. Un solitario pianista suona delle sincopate note, ma all’improvviso, dalla finestra aperta, irrompono le note di una banda di strada, un po’ dixieland e un po’ non si sa cosa, poi arriva un treno, ma no! È un coro! Comunque dopo un attimo di smarrimento la banda continua a suonare. Alcuni elementi della banda, annoiati si fermano, ed assieme ad alcuni amici, che non si sa bene da dove arrivano, forse dallo spazio, improvvisano una space rock band, qualcuno prova addirittura a cantare. Arriva un’astronave, o forse è il fallout, si porta via tutti, e rimangono solo poche parole, ed un rumore silenzioso. Il pianista torna a suonare, ma un’astronave porta via anche lui, o forse è semplicemente un incidente sul lavoro, comunque, improvvisamente come è tornato scompare. Ed ecco di colpo tornano tutti a salutarci. Il nostro amico pianista, torna a trovarci, ma questa volta lo hanno messo a suonare dentro una fabbrica, o forse è una fonderia, in ogni caso gli attrezzi meccanici hanno il sopravvento, probabilmente, per farsi sentire meglio, si fa aiutare da un amico con un organo, ma poi l’amico sembra impazzire, allora stanco si unisce ad una band di musica psichedelica, e dopo un po’ si scatena il rock’n’roll. Dalla finestra, sempre aperta, sembra arrivare un temporale, qualcuno per strada, non volendosi bagnare si rifugia in una chiesa, dove suona un organo. Dopo un po’, l’organista, sicuramente è un prete, influenzato da lisergiche ingerenze, o forse da Miss Fortune, sì non può essere che lei, quella persona che si è rifugiata nella chiesa, se ne và per suonare in una rock band. Dopo un po’, tornano gli amici alieni, e tutti assetati se ne vanno in una birreria (chiamasi kneipe in Germania) dove un’orchestrina quasi minimalista, accompagnata da uno stentoreo tenore, intrattiene gli avventori, hei! Ma c’è anche il nostro pianista nell’orchestrina...ciao, ben tornato! Poi la musica perde un po’ di coerenza, per cui per dargli un senso alcuni elementi della band si uniscono all’orchestrina. All’improvviso tutti se ne vanno e rimane solo e triste il pianista, con qualche avventore ubriaco, che cerca di intonare un coro. Qualcuno con improbabili strumenti cerca di intonare Louie Louie, ma intanto dove sono finiti tutti, sono a casa di Miss Fortune, dove prima di addormentarsi, accompagnati da una chitarra, e forse anche da una canna, declamano versi, concludendo con il profetico “and at the end realize that / nobody knows / if it really happened” ( e alla fine rendersi conto che / nessuno sa / se è successo davvero).
Già, 5 anni prima, nel 1967 i Velvet Underground, avevano dato una rilettura meno “ludica” del rock’n’roll, e in alcune delle loro composizioni, la tipica canzone trascendeva in opera musicale. Ma dove con i Velvet, l’estetica artistica del momento, imponeva la figura del musicista prevalente nel rock, con i Faust, nell’Europa post rivoluzionaria e collettivista dei primi anni ’70, è la musica stessa ad essere protagonista. Infatti, i componenti dei Faust sono sempre in secondo piano nei confronti della musica, rimanendo anonimi per diverso tempo, anche adesso se mi chiedete chi sono i componenti della band faccio fatica a rispondervi. Ribaltando, completamente, l’idea del Faust di Goethe, dove l’anima è ceduta per giungere al successo, qui è l’opera stessa ad essere anima, ma allo stesso tempo anche corruttrice.
Ci sarebbe, sicuramente, molto altro da scrivere su questo disco, l’anticipazione di quello che verrà chiamato Lo-Fi, le varie ricerche musicali, che danno un senso di crossover a tutto il disco…ecc.ecc. Ma non posso fare altro che consigliarvi di ascoltarlo, è sicuramente uno dei miei dischi preferiti, anche il successivo So Far è altrettanto imperdibile.
Ciao, lo Zio Fonta

5 commenti:

SigurRos82 ha detto...

Che recensione visionaria, me piàz ;)

Dei Faust ho solamente il disco del '74...sarà il caso di rimediare!

Gracias :)

Se posso permettermi, nei consigli musicali dello zio Fonta...al di là della decade 2001-2010, che credo ancora non sia terminata (abbi/abbiate pazienza, è una battaglia che sto combattendo su diversi blog :D)...ma non siamo nel *terzo* millennio? O_o

Lo Zio Fonta ha detto...

Sono contento che qualcuno abbia notato la mia scelta un pò "retro".Quando mi hanno chiesto di fare una selezione di brani del decennio, la mia prima scelta era ancora piu "classica", sinceramente io non mi sono accorto di essere nel terzo millennio, con le dovute e rare eccezioni, e questo non lo riscontro solo nella musica, ma in quasi tutte le espressioni creative.
Un appunto il decennio è 2000/2010

SigurRos82 ha detto...

Il decennio è 2001-2010, il 2000 è l'ultimo anno del decennio precedente (altrimenti gli anni sarebbero 11 e non 10 ;) ). Il mio era un discorso puramente 'oggettivo' ;)

Non ho ancora passato in rassegna con cura la tua 'classifica'. Ora la leggo e poi ti farò sapere nel post apposito ;)

Lo Zio Fonta ha detto...

Scusa hai ragione, mi sono sbagliato, naturalmente, volevo dire 2000/2009.
Comunque, le tue rimostranze, dovresti rivolgere a Cherotto, l'idea delle "compilation" è stata sua, io non sò nemmeno bene in che anno siamo

SigurRos82 ha detto...

LOL, tranquillo ;) :D