domenica, gennaio 24, 2010

canzoni per grandi e piccini


Da un pó di tempo, sul programmiere che compriamo, ho un'occhio di riguardo sulle loro proposte musicali e mi é capitato di scoprire dischi veramente validi. Non sfugge a questa regola Where the Wild things are soundtracks cantata da Karen O degli Yeah Yeah Yeahs. Con un coro di bambini e molti ospiti di riguardo (vedi gli altri due Yeahs, elementi dei Liars, Deerhunter, Queens of Stone Age e molti altri) confeziona un disco gradevole, direi ottimo da sentire in macchina mentre si va a fare una gita fuori porta con figliolanza al seguito. Ricordate il cd dei Flaming Lips Embrionic? Una voce femminile nel brano I can be a frog imitava i vari versi degli animali tipico gioco dei bambini, ebbene il lupo, la scimmia e tutti gli altri animali erano imitati gioiosamente da Karen O.
Ebbene direi che con questa quintologia si puó chiudere lo spazio teach your children, che ne dici Cherotto?! Buon Ascolto.
Der Graf von Mailand

sabato, gennaio 23, 2010

nonne, nipoti, nenie, ninne nanne


nonne: il Coro delle Mondine di Correggio...nipoti: Il Grandi Omi, Ustmamo, Ginevra di Marco, Cristina Donà e altre...nenie: "canti resi monotoni dal ritorno ossessivo sulla stessa frase melodica e sul medesimo grado tonale"...ninne nanne: "cantilene di parole semplici e ripetute con ritmo monotono, che si canta sottovoce per fare addormentare i bambini"...questi sono gli ingredienti e le protagoniste della raccolta voluta e prodotta nel 1996 da Maroccolo, Zamboni, Ferretti ovvero parte dei CSI (il titolo è preso da una canzone dei CSI) nella veste di produttori (sono nel loro periodo, a mio avviso, più creativo e si sente...) sotto la sigla CPI...Matrilineare - Nonne, nipoti, nenie, ninne nanne è un album decisamente al femminile dove le nonne cantano le ninne nanne che hanno ascoltato dalle loro nonne e le nipoti, e che nipoti, eseguono brani inediti con una sorta di filo conduttore che possiamo individuare come la maternità...Ilde, Onelia, Nerina, Maria, Ivalda, Marina, Gina, Nube e Innocente sono le nonne, il corso delle Mondine di Correggio che apre, intramezza e conclude il cd eseguendo alcune tre le più tipiche filastrocche italoemilromagnole senza l'ausilio di accompagnamento musicale, in una specie di versione originale (tranne che x l'ottimo incipit Piove piove lento lento), ...Omi, Mara, Valeria, Ginevra, Mirka, Romina, Odette, Valeria, Cristina, Otero, Roberta e Rossella (in ordine di apparizione) sono le nipoti e propongono brani inediti dando l'idea di prosecuzione ideale o evoluzione delle filastrocche cantate dalle nonne, una rilettura di fine millennio delle melodie calde e incantate delle nenie che assicurano e accompagnano il sonno dei bambini...anche i maschietti però danno il loro apporto, scorrendo l'elenco dei musicisti presenti si possono notare i componenti degli Ustmamo che seguono la loro vocalist Mara Redeghieri in Sonnolenta, Marco Parente alle percussioni nel brano Terraluna di Ginvera Di Marco e Manuel Agnelli che suona il piano in Terrablu di Cristina Donà...grandi sonorità che non risentono il tempo rendono questo disco, oltre ad essere introvabile (sembra), unico...prendetelo come un mio personale omaggio...concludo ricordando che suddetto post rappresenta il quarto e forse ultimo capitolo dei miei post "teach your children" dedicati a varie esperienze musicali utili anche da poter proporre ai bambini e ai preadolescenti (vi consiglio anche borguez in un certo senso prosegue il filo del discorso) e ovviamente ai nostri lettori...buon ascolto
con questo post penso anche di far felice Der Graf...

martedì, gennaio 19, 2010

dai ragazzi, veloci, tutti in classe che si canta Bowie...


tra il 1976 e il 1977 a Langley, Columbia Brittanica, dei bambini tra i 9 e i 12 anni che frequentavano alcune scuole della città si sono ritrovati insieme al loro 29enne maestro di musica, Hans Fenger, descritto dalle fonti che ho consultato come un pasionario della musica pop e studioso/curioso della musica da passare ai bambini nonchè costruttore fai-da-te di strumenti musicali...insegnante e allievi, circa una sessantina, in una palestra per suonare e cantare alcune canzoni del momento, quelle che passavano alla radio...chi ascolta il risultato di quell'esperienza non può non assaporare l'entusiasmo e il divertimento dei bambini a cantare come dei pazzi Space Oddity, The long and winding road, God Only Knows (riescono a farmi sopportare anche  quel palloso pezzo di Mandy del viscido Barry Manilow...) e altri classici dei settanta, viene quasi da provare una piccola forma d'invida, leggera leggera, se ripenso alle canzoni insegnate negli stessi anni nelle scuole che allora frequentavo...il risultato di quel giorno fu inciso in poche copie e riservato alle famiglie dei bambini ma tornò in auge nel 2000 quando un ricercatore di musica alternative, Irwin Chusid, ebbe modo di ascoltare per caso l'esecuzione di Space Oddity, attribuita a un gruppo di studenti di una scuola. Riuscì a contattare il maestro Fenger scoprendo così l'esistenza di un secondo disco divenuto poi cd, The Langley Schools Music Project - Innocence & Despair, che ha goduto anche di: piccolo successo commerciale di vendita, stima dalla critica e da autori presenti nella raccolta (Bowie), tv-reunion con Fenger, ancora insegnante di musica, e alcuni allievi...insomma fatevi trasportare da questi ritmi non sempre perfetti, da questa innocenza che emerge e avvolge gli animi...buon ascolto

domenica, gennaio 17, 2010

Dedicato a Bianca Libera


il post sullo zecchino d'oro mi ha fatto venire in mentre altri progetti musicali molto singolari dedicati ai più piccoli, così ho deciso di proseguire sulla strada dell'"educhiamoli al buon ascolto oggi che è già troppo tardi"...sarà anche perché il 5 gennaio è nata Bianca Libera (un abbraccio a Lucia, Walter e Jacopo) a cui dedico il fantastico disegno del Paz, la pagina iniziale di una storia su Zanardi e Co. apparsa la prima volta su quella bella rivista che era Corto Maltese, che a sua volta era dedicato a una nascita (un click sull'immagine per ammirarla più grande), più precisamente alla figlia di Vincenzo Mollica...sarà che i due giovincelli che ho in casa crescono sempre di più e ogni tanto si mettono ad ascoltare di quella roba (va bene essere permissivi, che tu puoi ascoltare i tuoi dischi vecchi e loro devono ascoltare di tutto, anche robaccia commerciale ma i Jonas Brothers proprio non li sopporto)...sarà che forse è meglio abituarli subito alla musica di un certo tipo, fin dalla culla e per questo ci hanno pensato quelli della Baby Rock Records...basta con quelle noiose melodie dei carillion che si rifacevano alla musica classica o a ninne nanne barbose, basta con quelle musichette prodotte da inutili loop, se il pupo fa fatica ad addormentarsi procuratevi qualche disco della serie "Rockabye Baby! Lullaby Renditions...", fatelo ascoltare al pupo e oltre che a rilassarsi inizia a fare abitudine con le musiche dei Led Zeppelin, Radiohead, Bjork, Bob Marley e altri, ovviamente in stile carillion...e si scopre che alcuni dei pezzi famosi si trasformano perfettamente in una dolce nenia da ninna nanna 'alternative', anche se a volte un po' tetra...No suprires dei Radiohead sembra fatta apposta...dietro quest-idea un po' folle ci sta un certo Michael Armstrong, unica mente e braccio...in rete, cercando bene, si possono trovare sia a pagamento che a gratis...ero indeciso su cosa proporre ai nostri aficionados e alla fine ho scelto i Radiohead...buon ascolto

sabato, gennaio 16, 2010

the ghosts of the past


 I Flaming Lips, ci hanno abituato ad ogni forma di provocazione musicale, ma cosa gli abbia spinti, assieme a Henry Rollis, uno dei massimi cantori dell’hard core e alla canadese Peaches, coadiuvati degli imparentati Stardeath and White Dwarfs, a riproporci una cover di The Dark Side Of The Moon, ci, o per lo meno mi lascia alquanto perplesso. “The Dark” lo conosciamo tutti, il mio rapporto con questo disco è stato ed è molto controverso, un capolavoro, che ha aperto nuovi orizzonti musicali, o un disco patinato di rock decadente ( nel senso negativo del termine), cioè una musica che ormai mancando di originalità, si era rifugiata in una produzione amicante, rivolta ad un pubblico di EX ( un po’ tutto) imborghesito? Una psichedelica per yuppies in carriera?
Come sempre, incuriosito da ogni cosa che, il nostro Wayne Coyne produce, ho ascoltato The Flaming Lips and Stardeath and White Dwarfs with Henry Rollins and Peaches Doing The Dark Side of the Moon.
Devo ammettere, con una punta di rammarico, che è un buon disco, sì l’ho ammetto avrei voluto scrivere che è un disco inutile, e trascurabile, ma invece l’opera di smitizzazione compiuta, al contrario di altre cover del medesimo disco, dove l’intento era quello di riprodurre le stesse sensazioni dell’originale, ne fanno un prodotto quasi nuovo ed autentico, come se a suonarlo fossero stati dei Pink Floyd, meno pieni di se stessi e un po’ più amanti dell’arte che stavano proponendo.
Non posso fare altro che consigliarvi l’ascolto.
Ciao, lo Zio Fonta

venerdì, gennaio 15, 2010

faust, faust 1971

Si avvicina un violento vento elettronico, dal retrogusto di fallout, in lontananza una persona urla. Un solitario pianista suona delle sincopate note, ma all’improvviso, dalla finestra aperta, irrompono le note di una banda di strada, un po’ dixieland e un po’ non si sa cosa, poi arriva un treno, ma no! È un coro! Comunque dopo un attimo di smarrimento la banda continua a suonare. Alcuni elementi della banda, annoiati si fermano, ed assieme ad alcuni amici, che non si sa bene da dove arrivano, forse dallo spazio, improvvisano una space rock band, qualcuno prova addirittura a cantare. Arriva un’astronave, o forse è il fallout, si porta via tutti, e rimangono solo poche parole, ed un rumore silenzioso. Il pianista torna a suonare, ma un’astronave porta via anche lui, o forse è semplicemente un incidente sul lavoro, comunque, improvvisamente come è tornato scompare. Ed ecco di colpo tornano tutti a salutarci. Il nostro amico pianista, torna a trovarci, ma questa volta lo hanno messo a suonare dentro una fabbrica, o forse è una fonderia, in ogni caso gli attrezzi meccanici hanno il sopravvento, probabilmente, per farsi sentire meglio, si fa aiutare da un amico con un organo, ma poi l’amico sembra impazzire, allora stanco si unisce ad una band di musica psichedelica, e dopo un po’ si scatena il rock’n’roll. Dalla finestra, sempre aperta, sembra arrivare un temporale, qualcuno per strada, non volendosi bagnare si rifugia in una chiesa, dove suona un organo. Dopo un po’, l’organista, sicuramente è un prete, influenzato da lisergiche ingerenze, o forse da Miss Fortune, sì non può essere che lei, quella persona che si è rifugiata nella chiesa, se ne và per suonare in una rock band. Dopo un po’, tornano gli amici alieni, e tutti assetati se ne vanno in una birreria (chiamasi kneipe in Germania) dove un’orchestrina quasi minimalista, accompagnata da uno stentoreo tenore, intrattiene gli avventori, hei! Ma c’è anche il nostro pianista nell’orchestrina...ciao, ben tornato! Poi la musica perde un po’ di coerenza, per cui per dargli un senso alcuni elementi della band si uniscono all’orchestrina. All’improvviso tutti se ne vanno e rimane solo e triste il pianista, con qualche avventore ubriaco, che cerca di intonare un coro. Qualcuno con improbabili strumenti cerca di intonare Louie Louie, ma intanto dove sono finiti tutti, sono a casa di Miss Fortune, dove prima di addormentarsi, accompagnati da una chitarra, e forse anche da una canna, declamano versi, concludendo con il profetico “and at the end realize that / nobody knows / if it really happened” ( e alla fine rendersi conto che / nessuno sa / se è successo davvero).
Già, 5 anni prima, nel 1967 i Velvet Underground, avevano dato una rilettura meno “ludica” del rock’n’roll, e in alcune delle loro composizioni, la tipica canzone trascendeva in opera musicale. Ma dove con i Velvet, l’estetica artistica del momento, imponeva la figura del musicista prevalente nel rock, con i Faust, nell’Europa post rivoluzionaria e collettivista dei primi anni ’70, è la musica stessa ad essere protagonista. Infatti, i componenti dei Faust sono sempre in secondo piano nei confronti della musica, rimanendo anonimi per diverso tempo, anche adesso se mi chiedete chi sono i componenti della band faccio fatica a rispondervi. Ribaltando, completamente, l’idea del Faust di Goethe, dove l’anima è ceduta per giungere al successo, qui è l’opera stessa ad essere anima, ma allo stesso tempo anche corruttrice.
Ci sarebbe, sicuramente, molto altro da scrivere su questo disco, l’anticipazione di quello che verrà chiamato Lo-Fi, le varie ricerche musicali, che danno un senso di crossover a tutto il disco…ecc.ecc. Ma non posso fare altro che consigliarvi di ascoltarlo, è sicuramente uno dei miei dischi preferiti, anche il successivo So Far è altrettanto imperdibile.
Ciao, lo Zio Fonta

giovedì, gennaio 14, 2010

la rivoluzione non sarà trasmessa in Tv, la rivoluzione sarà dal vivo


in questi giorni la notizia dell'uscita del nuovo disco del grande Gil Scott-Heron (è disponibile su bolachas, che nel definire il genere ha messo, e non a torto, genious) ha sorpreso molti blogger, (e spero non solo i blogger...) me compreso... segnalo la recensione di borguez che è veramente azzeccata...tempo fa mi ero messo a cercare notizie sul web e l'ultimo suo domicilio era una prigione...convinto che ormai si fosse perso definitivamente nei suoi problemi mi consolavo ascoltando la sua musica passata...dalla fine dei '70 ai primi anni '80 ha realizzato circa una dozzina dischi di ottimo livello, un'artista unico, capace di creare grande musica (grazie anche alla collaborazione con Brian Jackson) che possiamo definire un misto tra jazz, fusion, black music, rap (molto prima del hip-hop) e parlare di emarginazione, rivoluzione (per esempio The Revolution Will Not Be Televised) e tematiche che davano fastidio a tanti, dai politici (Nixon e Reagan in particolare) alle case discografiche passando per l'FBI...pochi i dischi dagli ottanta in avanti, da segnalare Spirit del 1994 poi solo segnalazioni del suo passaggio sulle cronache per arresti vari... perciò con l'arrivo di I’m New Here celebro il suo ritorno e lo faccio mettendovi a disposizione due dei suoi lavori che amo molto: Winter in America e Reflections. Winter in America, uscito nel 1974 e realizzato insieme al fido Brian Jackson include due pezzi memorabili come Peace Go With You Brother e The Bottle...Reflections è uscito nel 1980 ed è veramente un capolavoro, difficile per me scegliere un brano in particolare tra canzoni immense come Is That Jazz o Morning Thoughts e la meravigliosa Inner City Blues...ora è tornato e pure alle grande...buon ascolto



La Rivoluzione non sarà trasmessa in Tv / la rivoluzione non sarà di nuovo con noi dopo i consigli per gli acquisti / la rivoluzione non ti metterà al posto di guida / non sarà trasmessa in Tv / non andrà in replica fratelli / la rivoluzione sarà.. dal vivo!

basta, non mi fregheranno più!...


Ogni anno dopo natale sempre la stessa storia.Visto che la parentela varia non sa cosa regalarmi,mi ritrovo sempre con dei buoni da spendere da Saturn, una sorta di Mediaworld tedesco. Per noi feticisti della musica e delle rarità in particolar modo le feste natalizie rappresentano, o forse rappresentavano, una vera goduria. Le case discografiche in questo periodo fanno uscire di tutto e di più riempiendo gli scaffali di una miriade di roba inutile...quest'anno per esempio é stato il natale di Michelino
Jackson con una miriade di uscite e per il grane Willy niente...neanche un cd di brani postumi o inediti...vabeh...
Tra le varie uscite peró, i furboni, pensando ai fanatici come noi mettono in commercio i famosi cds "deluxe edition" o le "legacy edition". Le prime uscite erano molto interessanti, forse perché rappresentavano la novitá. Ormai da qualche anno si sta raschiando il fondo del barile con dischi deluxe di nessun interesse e molto costosi.
Un disco è un'opera definitiva! Le varie jam in studio dei musicisti interessano a qualcuno? O la versione alternativa cioè la versione scartata perché considerata scarsa ha importanza? Un discorso a parte sono i concerti storici. Tempo fa comprai la deluxe di Live at Leeds degli Who. Ma quel disco aveva un senso perché era la prima volta che la band presentava dal vivo i brani di Tommy.
Dicevo dei buoni che mi hanno regalato. Ero in coda alla cassa per comprare la lussuosa e carissima versione di Get yer ya-ya's out dei Rolling Stones e London calling 30th birthday (di questo disco ogni cinque anni esce la versione commemorativa...) e in un momento di lucidità ho pensato a tutte le versioni di dischi in versione deluxe che giacciono nella mia discoteca e molti prescindibili e troppo lunghi...un disco secondo me deve durare al massimo sessanta minuti circa dopo rischia di diventare una palla! Mi sono detto... Basta! Avete finito di fregarmi coi vostri dischi deluxe!!!
Con i buoni compreró una macchina del caffé che faccia anche il cappuccino.
Bis zum nechsten Mal. Der Graf von Mailand

sabato, gennaio 09, 2010

Der Graf sul decennio

Alla fine non ho resistito,mi sono fatto tirare dentro come un ragazzino e cosí dirò anche io la mia su questi dieci anni appena passati.Sono stati anni musicalmente parlando non esaltanti ma d'altronde la musica come l'arte rispecchia il suo tempo e questi primi anni di inizio millennio hanno lasciato poco spazio alla fantasia e alla speranza per far posto alla tristezza e a volte alla rassegnazione. I due fatti epocali son stati il G8 di Genova nel 2001 e sempre nello stesso anno a pochi mesi di distanza l'attacco suicida dell'11 settembre alle World Trade Center di New York.

Mi vengono in mente solo tre artisti degni di nota. I primi sono i radiohead che con i loro due cds Kid A e Amnesiac sono riusciti a dire qualcosa in piú rispetto a dove si erano fermati negli anni novanta con il loro capolavoro ok Computer per poi continuare la carriera con alcune trovate originali (vedi con l'ultimo In rainbows) dove in internet potevi scaricare il cd con offerta libera.

Poi c'é Antony con i suoi Johnsons che fa musica difficile da catalogare, direi un pop che sa molto di musica classica e melodramma con questa voce sofferente e a volte disperata. Nell'album del 2005 I'm a bird now troverete dieci canzoni di un incredibile malinconia.

Infine arriviamo a quell'hippie inpenitente che risponde al nome di Devendra Banhart. Molto simile ai Tyrynnosaurus Rex di Marc Bolan (attenzione non i T.Rex) con quel folk psychedelico che ricorda da vicino i tardi anni sessanta e il sogno "PEACE & LOVE". Qui Devendra lascia uno spiraglio all'ottimismo, e meno male, cantando dolci e sognanti canzonicantate in inglese e a volte in spagnolo, sua madre é venezuelana. Tutti i cds sono buoni ma direi che Nino Rojo é il suo disco migliore e con un poco di fantasia ci si puó ritrovare intorno ad un fuoco col fricchettone di turno che suona la chitarra in piena summer of love, insomma good vibration.
Questo é quanto, non mi resta che augurarvi buon 2010 e buon ascolto e spero di non cascarci ancora con questi giochetti da fine anno.
P.S.: questo mio post vorrei dedicarlo a Carlo Giuliani e a Willy DeVille mio eroe di un tempo (ci torneró su con una monografia)
A presto. Der Graf von Mailand

venerdì, gennaio 08, 2010

...chissà cosa direbbe Mariele...

l'idea iniziale per parlare del disco che propongo oggi era basata sulla diversità generazionale tra noi e i nostri figli, quello che ascoltavamo noi e quello che (ahimè) arriva alle loro orecchie...poi mi sono reso conto che mi sarei perso in discorsi retorici e retrò...per cui mi limito ad applaudire la Snowdonia per questa operazione, uscita nel 2005, dove ha riunito alcuni tra i più interessanti artisti indie italiani e che si sono fatti affiancare a voci di bambini/ragazzini senza particolare pedigree artistico e il risultato è veramente gustoso...lo Zecchino d'oro dell'underground non ha nulla da spartire con quello che seguivo da piccolo presentato dal Mago Zurlì e Topo Gigio ed è forse un tentativo di avvicinare i più giovani con il modo di suonare di adesso, tenendoli così ben distanti da tutti i loro vecchi (quelli che arrivano dai genitori) e nuovi (quelli che arrivano da tv, console varie, web, suonerie e altro...) stereotipi...per cui Marlene Kuntz, Maisie, Amari, Rosolina Mar, Mariposa (molto bella la cover di Male di miele degli Afterhours) e altri cantano insieme a Marcello, Gabriele, Margherita, Carolina con un risultato veramente molto godibile...consigliato a tutti...buon ascolto

mercoledì, gennaio 06, 2010

il profeta del manguebeat


finora su questo blog si è parlato proprio poco di musica brasiliana di cui sono estimatore e ascoltatore da una dozzina d'anni a questa parte...si è fatto solo un breve accenno ai psichedelici e bravissimi Os Mutantes...mi stavo chiedendo in questi giorni da dove si poteva partire, se dal grande Caetano oppure dai Novos Baianos o da altri classici come Gilberto Gil, Vinicius...poi la funzione 'random' (caro Conte questa è dedicata a te....) dell'ipod mi ha aiutato a sciogliere il nodo della questione ed ecco a voi l'ultimo innovatore della mpb (musica popoular brasileira) e creatore del manguebeat Francisco de Assis França, meglio conosciuto come Chico Science...purtroppo fa parte di quelle persone che sono durate un lampo (scusate, mi sto accorgendo di promuovere spesso artisti scomparsi ma non ci posso fare nulla se questi geni se ne vanno troppo presto...) infatti la sua vita si è conclusa a bordo di una Fiat Uno che si è schiantata contro un palo sulla strada che da Recife porta a Olinda (stato del Pernambuco) pochi giorni prima delle celebrazioni del carnevale del 1997...Chico non era soltanto un semplice musicista, studiava e ricercava musica e il suo Manguebeat nasce dalle "vaste zone paludose che circondano la città, un habitat in cui vive il caranguejo, il granchio che Chico e Fred 04 scelsero come simbolo e che viene citato nel manifesto del movimento. Caranguejos com cerebro, granchi con il cervello o granchi pensanti, erano tutti coloro che si identificavano nella nuova corrente."...citazione presa da questo articolo trovato sul web e che ben spiega l'attività musicale di Chico e del suo gruppo Nação Zumbi...dei due dischi da lui creati sceglo di proporvi il secondo Afrociberdelia che contiene una canzone che è un vero e proprio manifesto del Manguebeat: Maracatu atomico...buon ascolto

il grande saloon burlesque di Beatrice


ecco una delle (poche) novità italiane al femminile dello scorso decennio...i critici hanno sciorinato paragoni illustri, da Wyatt ai Gong, da Captain Beefheart ai Dead Kennedys, fatto sta che nel suo debutto Beatrice Antolini riesce con un delirio sonoro frutto dell'uso di svariati strumenti e oggetti a ricavare un suo stile senza riuscire a darne un nome preciso...il disco che propongo oggi è il suo debutto, Big Saloon, avvenuto nel 2006 a cui è seguito un lavoro nel 2008, A Due, che ha confermato le sue potenzialità...anche se personalmente sono un sostenitore delle canzoni in italiano non credo che queste sonorità si possano accostare al nostro idioma...brava Beatrice, continua così...buon ascolto

sabato, gennaio 02, 2010

ha tutte le carte in regola per essere un artista...


dopo i vari festeggiamenti e il riposo post bagordi riapro i battenti con un grande classico trascurato da molti...lo so, forse ci vorrebbe qualcosa di allegro per inaugurare al meglio il nuovo anno però era un po' di tempo che volevo proporre qualcosa di suo e così ho deciso di ricordare Piero Ciampi con un album del 1975, Andare, Camminare, Lavorare e Altri Discorsi...per definirlo su Wikipedia  prima delle sue note biografie hanno inserito un brano di una sua canzone che è praticamente la sua fotografia: « Ha tutte le carte in regola / Per essere un artista: / Ha un carattere melanconico, / Beve come un irlandese. / Se incontra un disperato / Non chiede spiegazioni... »...una vita passata tra donne, bottiglie e canzoni, classico esempio di artista rivalutato e celebrato dopo la morte anche dai suoi presunti colleghi...il disco che propongo è forse quello che lo rappresenta meglio e, oltre a due inediti,  raccoglie brani presi da dischi precedenti...e ora prendete una buona bottiglia di rosso, stappatela, versatevi un bicchiere, brindate a Piero e al nuovo anno e...buon ascolto