ecco il segnale di ripresa (spero) definitiva delle trasmissioni.. .pubblico un post che mi è stato inviato dall'amico Conte a luglio ma questo genere di post non scade mai... a presto...
Eric Burdon è uno che ha vissuto quasi cinquant'anni di musica, rivoluzioni e mille altre battaglie e ne è uscito praticamente indenne. Ok è da parecchi anni che non incide qualcosa che lasci il segno ma è pur sempre un mito, di piú, una leggenda!
Iniziò tutto nel 1963 nella città portuale di Newcastle quando il nostro entrò nel gruppo del tastierista Alan Price. Poco dopo i due cambiarono il nome in Animals ed insieme ai vari gruppi inglesi (Who, Kinks, Rolling ecc.) fu protagonista in U.S.A. della cosidetta "britishinvasion". Difficile scegliere un disco degli "Animali" di quel periodo, sono tutti belli. A parte le solite raccolte che contengono i loro classici, io consiglierei Animalism ma la versione americana, con dei bonus veramente ottimi.
Nel 1966 Burdon ripartì con un nuovo gruppo a nome Eric Burdon & The Animals con solo il batterista Barry Jenkins (il bassista Chas Chandler rimase folgorato da un'esibizione a New York di un tal Jimi Hendrix e se lo portò a Londra facendogli da manager). Furono travolti dal sogno
hippie e dalla love generation e di conseguenza il suono passò dall'iniziale rythm & blues ad uno più psichedelico. Nel solo 1968 fecero uscire ben tre dischi di cui il primo, The Twain Shall Meet, è imprescindibile per il suo messaggio di amore e pace oltre che di musica.
Nel 1969 Eric Burdon si trasferì a San Francisco e con un gruppo di solo afroamericani formò i War. Con un combo così la miscela musicale non potè che essere più funky e nera con molte percussioni e fiati. L'immagine del nostro di quella esperienza è tutta nella foto all'interno del disco The Black-Man's Burdon dove il nostro è seduto tra le gambe di una bellissima ragazza mulatta.
La carriera di E.B. è proseguita fino ai giorni nostri con prove abbastanza scialbe. Nel 1977 uscì Before we were so rudely interrupted con la formazione originale e fecero vedere in piena rivoluzione punk che la rabbia e la grinta non era solo appannaggio dei rude boys.
Per finire un mio ricordo... Eric Burdon racconta che sul muro davanti al loro albergo lessero "ERIC BURDON FUCKS LIKE A NIGGER". Probabilmente chi lasció quel segno voleva offendere ma invece Burdon ne fu molto lusingato...
Der Graf von Mailand
1 commento:
Questa canzone me la porto dietro..anzi mi segue da quando l'ho ascoltata per la prima volta a 10 anni...io sono invecchiato, lei mi sostiene.Meraviglia.
http://youtu.be/beAZXEWwKiA
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